Non facile scrivere di Luisella Cantatore. Non facile perché l’artista vuole esprimere la complessità del vivere attraverso chiavi di ricerca diverse.
Affascinanti e capaci di rapire per la loro eleganza lo spettatore, sia donna che uomo, sono i suoi sinuosi nudi in bianco e nero. Qui è altissima la qualità estetica e la qualità tecnica che attrae anche i non intenditori d’arte, arrivando a un risultato di apertura alla fruizione anche coloro che non sono mai stati interessati all’arte.
Più concettuali (forse. La cifra concettuale è molto alta anche nei nudi) gli astratti dai colori vivissimi, dalle forme geometriche e concentriche che portano a fondi, forse consigli esistenziali, pieni di luce. Quasi inviti a soluzioni positive del vivere o, almeno, al cercare di pensare che possano esistere.
Ma l’elemento comune, e quindi non uno sterile eclettismo, sono il partire dal buio nei primi e da una complessità espressiva nei secondi che si risolvono nella dolcezza delle forme dei nudi che escono, vincono il buio e dalla positiva luminosità negli astratti.
Ovvero la complessità, la difficoltà, la durezza del vivere che il grande impegno di Luisella vuole cercare di sconfiggere. Forse rischio di essere retorico, ma un’artista “guerriera” mi sembra una formula molto appropriata.